– Cordyceps sinensis –

“Una carica di energia e prorompente vitalità”

Ophiocordyceps sinensis” 

Quando si argomenta sui funghi medicinali questa entità, continua ad essere sbrigativamente identificata con il nome scientifico di “Cordyceps sinensis”. In realtà, è opportuno sapere che dopo l’analisi molecolare, è stato rinominato e trasferito ormai da molti anni, dalla famiglia delle “Cordycipitaceae”, a quella delle “Ophiocordycipitaceae” nonché, al Genere “Ophiocordyceps”. Pertanto, l’epiteto di “Cordyceps sinensis” assume sinonimia rispetto all’attuale collocazione sistematica, nonché nomenclatura corrente di: “Ophiocordyceps sinensis” (Berk.)GH Sung, JM Sung, Hywel-Jones & Spatafora 2007,. E’ un entità fungina tipica del Tibet e del Nepal dove viene reperito ad alte quote. Non è un fungo “particolarmente invitante” infatti, le sue “modalità” di fruttificazione suscitano quasi un senso di repulsione. E’ un micete che attacca un insetto più precisamente una falena. Dopo aver parassitato la larva vivente nel sottosuolo, germina all’interno della medesima uccidendola; successivamente la mummifica e, traendone poi nutrimento, si svilupperà fuoriuscendo dalla sua testa! Lo stipite che si erge dal cadavere dell’insetto può raggiungere i 10 cm. di lunghezza dove l’apice, ossia la testa fertile, è più scura dello stesso stipite. Viene anche definito il “fungo-bruco” e, seppure in Oriente le prime documentazioni relative al suo impiego risalgono addirittura al 1760 a.C., in Occidente, solo da qualche decennio gli scienziati stanno approfondendo la ricerca. Le maggiori informazioni in Occidente sono giunte grazie all’opera del Dr. Georges Halpern, medico e professore presso l’università di Hong Kong il quale, ha pubblicato numerosi ed autorevoli libri riguardante questo fungo. Assieme al  “Ganoderma lucidum“(Curtis) P.Karst.,1881 e all'”Agaricus blazei MurrilQ. Jl Fla Acad. Sci. 8 (2): 193 (1945), è attualmente in Occidente, il fungo medicinale più alacremente studiato. Per gli scienziati l’interessamento a questo micete, è da ricondurre anche alle testimonianze dei pastori di yak tibetani, ossia dei buoi di quei luoghi. I pastori, constatarono che i capi che pascolavano sull’altipiano, avevano una resistenza e aspettativa di vita significativamente maggiore rispetto agli altri animali tenuti altrove. Come causa si individuarono i funghi ossia gli “Ophiocordyceps sinensis” che, proprio tra le erbe degli altipiani tibetani, crescono numerosi e che gli stessi animali ne erano ghiotti. Tuttavia, la “spinta” maggiore per i ricercatori è probabilmente giunta dai risultati strepitosi ottenuti dalle atlete cinesi, in occasione dei giochi nazionali di nuoto di Pechino del 1993. Le nuotatrici fecero incetta di record mondiali, polverizzando anche di molti secondi quelli sui 1500, 3000 e 10000 metri! Lo staff medico nonchè i tecnici della Federazione Nuoto Cinese, affermarono esplicitamente che il successo delle loro atlete, fu possibile oltre che da una intensa preparazione atletica, a un regime alimentare ricco di “Ophiocordyceps sinensis”! Questi risultati, ebbero vasta risonanza nell’opinione pubblica mondiale, in particolar modo in quella occidentale considerato anche, la struttura fisica delle atlete cinesi, ossia non particolarmente dotata per affrontare ed imporsi nelle gare di nuoto. La stessa “Chinese National Games”, sottopose allora questo fungo all’attenzione delle autorità sportive internazionali. Eventuali ipotesi di doping non trovarono fondamento. “Ophiocordyceps sinensis” non rappresenta assolutamente una sostanza dopante ed è ammesso in tutte le competizioni del mondo. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), ha stabilito che il suo uso è consentito. Questo fungo quindi, incrementa la resistenza fisica. Molti sono i rapporti a riguardo, di strabilianti miglioramenti della performance in varie discipline sportive ivi compresi, negli sport di resistenza, dovuti proprio all’assunzione di questo fungo! Esso, ha sviluppato straordinarie strategie per incrementare il livello di ossigeno e migliorarne l’utilizzo, per produrre energia cellulare e, nel contempo, nel generare un ambiente sfavorevole allo sviluppo e alla proliferazione di molte patologie. Oggi è considerato un rimedio di “nuova generazione” in grado di migliorare la risposta dell’organismo. La FDA (Food and Drug Administration, ministero della salute USA preposto al controllo alimentare e farmacologico), lo considera un “alimento riconosciuto come sicuro”: La ricerca oggi lo classifica un “super-alimento” includibile in qualunque regime dietetico con effetti benefici per l’organismo umano. Nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC), l'”Ophiocordiceps sinensis” è ritenuto una sostanza dolce e calda che influisce sui meridiani di polmone e rene. Nell’ambito dei funghi medicinali, è il più potente rigenerante con azione a livello fisico e mentale. In Occidente, proprio perchè in grado di agire negli uomini in modo significativo nel rafforzare l’erezione, viene definito il “viagra orientale”. Migliora significativamente anche il desiderio sessuale e la libido nelle donne. Agisce a seconda delle condizioni in cui si trova l’organismo e coinvolge tutti i sistemi di regolazione: immunitario, ormonale, neurologico e psichico. Nella MTC viene utilizzato nelle affezioni respiratorie, malattie del fegato, renali, per problemi cardiovascolari e, per come già enunciato, nei casi di perdita o diminuzione del desiderio sessuale sia nell’uomo, che nella donna. E’ utile anche come antibatterico infatti, a dimostrazione del suo potere come antibiotico, si difende restando inalterato dalla degradazione batterica! Proprio perchè questo fungo ha effetti rigeneranti e rinvigorenti, è utilissimo nei casi di convalescenza come potente ricostituente, quindi come valido aiuto per ridurre i tempi di recupero e riprendersi rapidamente. Risulta essere indicato per chi ha bisogno di energia supplementare nel lavoro, per mantenere la massima concentrazione e nella vita quotidiana sempre più stressante. Gli straordinari benefici di questo fungo, conosciuto in Giappone con l’appellativo di “TochuKaso”, in Cina come “Dong Chong Xia Cao”, sono possibili proprio perchè esso, aumentando significativamente l’apporto di ossigeno a tutti gli organi e cellule dell’organismo, quest’ultimo, disponendo così di molta più energia, avverte molto meno stanchezza e stress!

 

 

 

 

 

https://www.facebook.com/100006849571315/videos/1888819151356386/?t=6

 

  • Un fungo straordinario: Il Cordyceps sinensis
    Dr. Richard Alan Miller
    Benefici per la salute e studi clinici:
    Le proprietà medicinali del Cordyceps sono ragguardevoli. Nella medicina tradizionale cinese l’impiego principale del Cordyceps ha riguardato il trattamento dell’asma ed altre affezioni bronchiali. Ora la moderna ricerca avvalora l’efficacia di questi antichi utilizzi.
    Uno dei punti culminanti della moderna ricerca è stato la scoperta di nuovi antibiotici presenti nel fungo, uno dei quali, la cordicepina, è assai efficace contro tutti i tipi di batteri che hanno sviluppato, o stanno sviluppando, resistenza ad altri più comuni antibiotici (come la penicillina, un prodotto fungino!).
  • Il Cordyceps risulta particolarmente efficace contro tubercolosi, lebbra e leucemia umana, così come rilevato in numerosi test condotti in Cina, Giappone ed altrove.
    Di seguito sono delineati alcuni ulteriori benefici del Cordyceps per la salute.
  • Incrementa la resitenza fisica. La più nota azione medica del Cordyceps sinensis concerne l’incremento della capacità di resistenza fisica. Nel 1993 Un gruppo composto da nove atlete, le quali avevano assunto il Cordyceps, polverizzò nove record mondiali. Vi sono stati molti rapporti a riguardo di strabilianti miglioramenti della performance in vari sport dovuti all’assunzione di Cordyceps, e persino colloqui volti a bandire il Cordyceps dall’ambito delle discipline sportive in quanto potrebbe conferire un iniquo vantaggio a coloro che hanno la possibilità di procurarselo! Nel complesso gli atleti professionisti che ne fanno uso ora sono poco propensi ad ammetterlo, in virtù dell’eventualità che qualche autorità sportiva ne renda illecito l’impiego; per converso, il Comitato Olimpico canadese ha adottato una posizione ufficiale sul Cordyceps, stabilendo che nel contesto delle competizioni professionali il suo uso è consentito. La ricerca clinica ha dimostrato che l’impiego del Cordyceps aumentava la bioenergia cellulare – ATP (adenosina trifosfato) -–sino a una misura pari al 55%. Sono stati segnalati un’accresciuta sintesi dell’ATP e un più rapido recupero di energia. A quanto pare il Cordyceps migliora il meccanismo di equilibrio interno, rendendo in tal modo più efficace l’utilizzazione dell’ossigeno. Tali proprietà potrebbero rendere conto del generale potenziamento fisico, della resistenza supplementare e degli effetti antiaffaticamento riscontrati negli individui che assumono il Cordyceps.
  • Migliora la funzione respiratoria. Vari studi scientifici hanno dimostrato i benefici indotti dal Cordyceps sinensis nell’alleviare i sintomi di varie malattie respiratorie fra cui asma e bronchite cronica. Incrementa l’assorbimento dell’ossigeno. In uno studio a doppio cieco controllato con placebo condotto su trenta volontari in età avanzata, il Cordyceps ha dimostrato di migliorare in modo rilevante la quantità massima di ossigeno che i soggetti riuscivano ad assimilare. Studi cinesi su malattie cardiovascolari hanno indicato che estratti di etanolo dai miceli del Cordyceps e soluzioni di fermentazione del Cordyceps determinavano una modifica dell’azione biologica che consentiva un aumento sino al 40% dell’assorbimento dell’ossigeno cellulare. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato l’effetto di questi composti nel mitigare patologie polmonari ostruttive criniche.
  • Migliora la funzione cardiaca. Numerosi studi hanno dimostrato i benefici del Cordyceps sinensis nel trattamento dei disturbi del ritmo cardiaco quali aritmia cardiaca e infarto cronico.
    Contribuisce a mantenere livelli di colesterolo salutari. Quattro studi hanno dimostrato che il Cordyceps sinensis ha contribuito ad abbassare del 10-21% il colesterolo totale e del 9-26% i trigliceridi (grassi neutri), contribuendo al contempo ad elevare del 27-30% il colesterolo (“buono”) HDL.
  • Migliora le funzioni epatiche. Il Cordyceps sinensis ha dimostrato di migliorare le funzioni epatiche nonché di essere di ausilio in caso di cirrosi, epatite cronica e sub-cronica. Nonché patologie epatiche correlate, più diffuse di quanto comunemente ritenuto. Il fegato è il filtro vivente dell’organismo, ripulisce dalle impurità il sangue ed altri fluidi. Senza un fegato funzionante non si sopravvive e men che meno si gode di un buono stato di salute. Prove cliniche con integrazione di Cordyceps, implicanti trentatrè pazienti affetti da epatite B e otto pazienti affetti da cirrosi epatica, hanno evidenziato un miglioramento pari al 71.9% nel test di torbidità del timolo e del 78.6% nel test SGPT; trattasi di test enzimatici indicanti cambiamenti nelle funzioni epatiche.
  • Migliora le patologie renali. Uno studio cinese ha dimostrato un miglioramento pari 51% dell’insufficienza renale cronica dopo un solo mese di integrazione dietetica di Cordyceps.
  • Riduce le dimensioni dei tumori. In Cina ed in Giappone si sono condotti vari studi clinici su malati di cancro, impiegando una dose terapeutica di 6.0 grammi di Cordyceps al giorno. In uno studio effettuato con 50 pazienti affetti da cancro polmonare cui, in concomitanza con la chemioterapia, era stato somministrato Cordyceps, nel 46% dei casi le dimensioni dei tumori si sono ridotte. Uno studio implicante malati di cancro affetti da vari tipi di tumore ha rilevato che l’estratto di Cordyceps sinensis (6.0 grammi al giorno per oltre due mesi) ha migliorato i sintomi soggettivi nella maggior parte dei pazienti; nella metà dei casi i conteggi dei globuli bianchi si sono mantenuti stabili e le dimensioni dei tumori si sono ridotte in modo rilevante. In Giappone alcuni ricercatori hanno riportato che nei soggetti affetti da cancro il Cordyceps aumenta la reattività generale del sistema immunitario. Per giungere a tale scoperta, costoro hanno iniettao per via sottocutanea ad alcuni topi cellule cancerose (linfoma) e quindi somministrato per via orale Cordyceps; tale prassi ha comportato una riduzione delle dimensioni del tumore e prolungato la vita. Negli studi in questione il Cordyceps ha inoltre migliorato la risposta degli anticorpi.
  • Incrementa l’immunità e la produzione di cellule-T. Si è riscontrato che il Cordyceps sinensis accresce l’attività della cellula “killer naturale” (NK), incrementando in tal modo la produzione delle cellule-T che a sua volta determina una ampliata massa muscolare; il vigore muscolare risulta potenziato con la produzione di giovani cellule sane. Il Cordyceps ricarica con efficacia la schiera protettiva di cellule NK. La capacità dell’organismo di contrastare le infezioni ed i tumori dipende dalla disponibilità di cellule NK, essenziali in quanto prima linea di difesa per il mantenimento del meccanismo di protezione dell’organismo, comunemente noto come sistema immunitario. Vari studi scientifici riguardanti il Cordyceps si sono concentrati in modo particolare sulle cellule NK e sull’effetto che il Cordyceps ha su di esse quando correlate alla formazione del cancro. Uno studio in vitro ha dimostrato che il Cordyceps accresce in modo rilevante l’attività delle cellule NK tanto negli individui sani quanto nei soggetti affetti da leucemia. Secondo uno studio cinese pubblicato sul Chinese Journal of Integrated Traditional and Western Medicine, il Cordyceps naturale ha accresciuto l’attività delle cellule NK del 74% in soggetti comuni e del 400% in pazienti affetti da leucemia. Analoghi progressi dell’attività delle cellule NK sono risultati in casi di estesi melanomi.
  • Coadiuva i sintomi dell’invecchiamento. Ricerche cliniche in studi controllati hanno rivelato che pazienti anziani soggetti ad affaticamento e sintomi connessi alla senilità, dopo aver utilizzato Cordyceps per trenta giorni hanno riportato conforto a tali problemi. I sintomi di affaticamento si sono ridotti del 92%, quelli di percezione di freddo dell’89% e quelli di vertigine dell’83%. Pazienti affetti da problemi respiratori si sono sentiti fisicamente più vigorosi ed alcuni soggetti sono riusciti a percorrere a piccole falcate sino a 600 piedi (183 metri).
  • Protegge dai danni provocati dai radicali liberi. Vari studi hanno dimostrato che il Cordyceps sinensis ha svolto una funzione protettiva rispetto ai danni provocati dai radicali liberi ed ha presentato poderose proprietà antiossidanti.
  • Contribuisce a lenire l’affaticamento degli arti inferiori. Vari studi hanno dimostrato che il Cordyceps sinensis ha migliorato il flusso del sangue nell’organismo rilassando i muscoli lisci dei vasi sanguigni e consentendo loro di espandersi, aumentando inoltre la funzionalità di cuore e polmoni. Di conseguenza il Cordyceps previene o riduce la contrazione dei vasi sanguigni che interferisce con l’afflusso di sangue agli arti inferiori – principale causa dell’affaticamento delle gambe.
  • Migliora la funzione sessuale. Tre distinti studi cinesi a doppio cieco controllati con placebo condotti su oltre duecento maschi adulti con “ridotta libido ed altri problemi sessuali” hanno prodotto esiti ragguardevolmente analoghi. Al termine del periodo sperimentale, rispetto al 24% del gruppo del placebo, in media il 64% degli utilizzatori del Cordyceps ha riportato un miglioramento significativo. In un altro studio a doppio cieco controllato con placebo condotto su ventuno donne in età avanzata con problemi analoghi, rispetto a nessuna del gruppo di controllo, dopo l’impiego di Cordyceps il 90% delle utilizzatrici del fungo ha riportato miglioramenti delle rispettive condizioni. Il Cordyceps ha dimostrato di ottimizzare la libido e la qualità della vita di donne e uomini, di contrastare linfertilità e di accrescere il conteggio e la sopravvivenza degli spermatozoi. Studi clinici implicanti 189 pazienti di ambo i sessi con libido e desiderio ridotti hanno evidenziato un miglioramento delle condizioni nel 66% dei casi. Uno studio a doppio cieco condotto dall’Insitute of Materia Medica di Pechino ha evidenziato un aumento del desiderio e della libido femminili pari all’86%. La prova concreta più drastica è derivata uno studio sulla fertilità comprendente 22 maschi, il quale ha dimostrato che dopo otto settimane di assunzione del Cordyceps il conteggio degli spermatozoi è aumentato del 33%, l’incidenza di relative malformazioni è diminuita del 29% ed il loro tasso di sopravvivenza è aumentato del 79%.
  • Inverte l’HIV. In uno studio condotto nel 2004 in Ghana, a 3.000 individui affetti da HVI in fase iniziale è stato somministrato un preparato il cui ingrediente principale era il Cordyceps sinensis. Al di là delle più rosee aspettative, al termine dei sei mesi tutti i 3.000 soggetti non manifestavano “alcuna presenza di HIV nel sangue”. Quando un malato di HIV-AIDS ha assunto l’integratore Immune-Assist per il cancro, rispetto all’infezione da HIV il quadro clinico è migliorato drasticamente.
  • Funzione immune, risposta anti-cancro e riparazione del DNA. Ormai è assodato da tempo che i composti di beta-glucano presenti in numerose specie di funghi elevano in modo rilevante la funzione immune. Rale classe di composti è la classe di medicinali anticancro maggiormente prescritta a livello mondiale; esempi in tal senso sono i farmaci lentinina, PSK e grifolan. Oltre alla ben nota modulazione immune innescata dai composti dei polisaccaridi, nella risposta antitumorale del Cordyceps sinensis vi sono riscontri di un altro meccanismo in gioco, connesso alla struttura di almeno alcuni dei nucleosidi alterati presenti nel Cordyceps, esemplificati dal composto della cordicepina (3’-deossiadenosina); si tratta di una molecola quasi identica alla normale adenosina, eccetto per il fatto che è priva di un atomo di ossigeno sulla porzione di ribosio della molecola alla posizione 3’. La stessa mancanza di ossigeno 3’ è riscontrabile in altri composti del Cordyceps, quali la dideossiadenosina. Si ritiene che la mancanza di ossigeno in questa particolare posizione sia importante secondo una modalità assai specifica. La struttura del DNA dipende da tale ossigeno per creare il legame fra nucleosidi adiacenti, legame fra la posizione 3’ e 5’ sulle porzioni di ribosio dei nucleosidi, a formare di fatto la “struttura a scala” che tiene assieme il DNA. Nella replicazione di qualsiasi cellula, la prima fase consiste nella separazione della molecola del DNA nel mezzo, come l’apertura di una cerniera, fra le coppie di nucleosidi complementari. La fase successiva è l’inserimento, uno alla volta, di nuovi nucleosidi di complemento, i quali formano i legami zuccheri-fosfato fra le posizioni 3’ e 5’ sul bordo esterno della molecola, ovvero la porzione di ribosio. La sintesi delle nuove molecole di DNA procede con l’inserimento in successione, uno alla volta, di nuovi nucleosidi di complemento nella molecola di DNA in nuova formazione sino a quando l’originario trefolo di DNA non viene replicato due volte, ciascuno dei trefoli è l’esatta copia dell’originale e forma il codice genetico per una nuova generazione di cellule. Tale sintesi prosegue con l’inserimento di ciascun nuovo nucleoside, a meno che non venga introdotta una molecola di 3’-deossiadenosina (cordicepina). Quando questo accade, in quella vitale posizione non vi è ossigeno per formare il legame 3’-5’, quindi la replicazione della nuova molecola di DNA si interrompe, la cellula non può continuare a dividersi nè si forma alcuna nuova cellula (nelle normali cellule dei mammiferi tale inserzione di adenosina deossigenata riveste scarsa importanza, in quanto le cellule sane dispongono di un insito meccanismo di riparazione del DNA). Quando si verificano errori di questo genere, il nucleoside alterato (cordicepina) viene rimosso dalla serie di nucleosidi e viene inserito in un nuovo segmento di adenosina. Ad ogni modo, proprio per la loro natura le cellule cancerose hanno perso questo meccanismo di riparazione del DNA (se riuscissero a correggere i loro errori del DNA non sarebbero cellule del cancro). La maggior parte dei batteri e tutti i virus (compreso il virus dell’immunodeficienza umana HIV) sono privi di tale meccanismo di riparazione del DNA. Quando osserviamo la velocità secondo la quale le cellule del cancro si riproducono, risulta chiaro il modo in cui tale meccanismo potrebbe esercitare una significativa risposta antitumorale. Ad esempio, una normale cellula sana di tessuto del seno ha una vita media di dieci giorni, al cui termine si riproduce e si forma una nuova cellula. Le cellule del cancro, però, si moltiplicano ad una velocità assai superiore rispetto a quelle sane, mediamente ogni venti minuti. Questo significa che le cellule del cancro del seno si riproducono all’incirca 750 volte più rapidamente di quelle sane ma, dato il meccanismo di riparazione del DNA di queste ultime, la cordicepina non sembra interferire con la loro replicazione, e la velocità di uccisione delle cellule tumorali risulta di fatto assai superiore al rapporto 750:1. Lo stesso tipo di meccanismo di interruzione del DNA è imoltre reponsabile degli effetti antitumorali di alcuni altri agenti chemioterapici. Questo medesimo meccanismo di inibizione della sintesi del DNA è probabilmente il meccanismo responsabile degli effetti antivirali riscontrati con la cordicepina.
  • CONCLUSIONE
    La più nota azione medicinale del Cordyceps sinensis è lincremento della resistenza fisica. La cordicepina è assai efficace contro tutti i tipi di batteri che hanno sviluppato resistenza ad altri antibiotici. Il Cordyceps ha dimostrato di migliorare il meccanismo di equilibrio interno, rendendo in tal modo più efficiente l’utilizzo dell’ossigeno.
    Numerosi studi hanno evidenziato i benefici apportati dal Cordyceps sinensis nell’ambito dei disturbi del ritmo cardiaco quali aritmie cardiache e infarto cronico.
    Quattro eccellenti studi hanno dimostrato i benefici del Cordyceps sinensis nel contribuire ad abbassare il colesterolo totale ed i trigliceridi, nonché ad aumentare il colesterolo HDL (“buono”).
    Studi clinici su pazienti di ambo i sessi affetti da libido compromessa hanno evidenziato rilevanti miglioramenti dei sintomi. La prova fisica più drastica è giunta da uno studio sulla fertilità maschile, il quale ha indicato che, dopo otto settimane di assunzione, l’integrazione di Cordyceps ha aumentato notevolmente il conteggio dello sperma, diminuendo le malformazioni e migliorandone il tasso di sopravvivenza.
    Tali proprietà ed altre ancora potrebbero rendere conto del potenziamento fisico generale, della accresciuta resistenza, delle caratteristiche di incremento della libido e degli effetti anti-affaticamento riscontrati negli esseri umani in concomitanza con l’impiego di Cordyceps sinensis.
    Studi condotti in tutto il mondo hanno dimostrato che questo modesto fungo dispensa benefici potenzialmente ancor più vivificanti di quanto dichiarato. Si tratta di un suepr-alimento che sta appena iniziando a farsi conoscere nella letteratura medica occidentale.
    Anche la riduzione di questo materiale fungino attivo a dimensioni nanoparticellari promette assai bene, laddove si sta conducendo ulteriore lavoro di ricerca che potrebbe sfociare in ulteriori farmaci brevettati.
    Ancor più importante, l’intero spettro di composti presente nel corpo fruttifero, nel micelio e nel brodo della sostanza allo stato naturale continua a dimostrare, ancora una volta, che l’antico sapere soddisfa la verifica della scienza moderna.
    .
    L’autore:
    Richard Alan Miller è fisico, erborista nonché esperto di coltivazione e commercializzazione di prodotti della botanica, ed in tale ambito ha fondato una sua società di produzione e commercializzazione, la Northwest Botanicals (1212 SW 5th Street, Grants Pass, Oregon, 97526, USA). Richard è autore di svariati documenti e libri concernenti metafisica, parapsicologia e agricoltura alternativa. I suoi articoli pubblicati su NEXUS, scritti assieme a Iona Miller, comprendono “HAARP, la minaccia planetaria” (nr.45) “La risonanze di Schumann e la psicobiologia umana” (nr.48) e “DNA, dall’elica all’ologramma” (nr. 50). L’articolo pubblicato in questo numero è un estratto dal primo capitolo del suo libro ‘Powers Tools for the 21st Century’, pubblicato da Earthpulse Press (http://www.earthpulse.com).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *